laboratori
conversazioni
Come può crescere un festival, e come può contribuire a far crescere l’ecosistema di cui fa parte? Che ruolo ha lo spettacolo dal vivo in un momento storico in cui il concetto di “dal vivo” è cambiato, e con esso anche la stessa vita? Che responsabilità abbiamo? In che modi vogliamo stare insieme? Dove sono le forze di cui abbiamo bisogno? Se abbiamo perso qualcosa, dove non abbiamo ancora cercato? Di cosa dobbiamo parlare? Cosa ci serve per farlo?
Queste sono alcune delle domande che ci siamo poste nel costruire questa nuova edizione di Teatro Bastardo, e continueranno ad alimentare il nostro lavoro per il triennio ’22-’24. Sono domande che ereditiamo dalle edizioni passate – una storia costruita su principi cardine quali inclusione, attenzione ai margini, e la coltivazione di nuovi sguardi spettatoriali – ma che sentiamo di dovere in qualche modo radicalizzare. Perché ci appaiono più urgenti che mai. Perché siamo stati molto soli, siamo su un’isola, dobbiamo capire tutti come non isolarci.
In questo 2022 dedicato alla memoria di Pasolini, anche noi siamo tornate alla sua opera. Tra le altre cose, e come tanti altri, anche sul famoso “articolo delle lucciole” del febbraio ’75: perché è una traccia bellissima e straziante di Pasolini e del suo tempo, della sua poetica e della sua etica, e perché certamente parla anche del presente, e continua a generare nuovi pensieri e ipotesi. Infatti siamo anche tornate sul saggio di Georges Didi-Huberman, che scrisse a partire dall’articolo di Pasolini, apparso in Italia nel 2010, che si occupa profondamente, in modo complesso, del tema dell’intermittenza (ebbene sì), e della sopravvivenza malgré tout. «Ci sono tutte le ragioni per essere pessimisti – scrive Didi-Huberman –, ma proprio per questo è necessario aprire gli occhi nella notte, continuare a spostarsi, rimettersi in cerca delle lucciole». È un invito che prendiamo sul serio nella riformulazione di questa importante realtà che prendiamo in carico – e in fondo il “malgrado tutto” è una tonalità che sia Palermo che il teatro conoscono bene.
Ci siamo spostate allora, rimaniamo in movimento, vi invitiamo a venire con noi con gli occhi aperti nella notte. Abbiamo voglia di guardarci intorno, di indagare la soglia tra città e teatro, di rendere sempre più elastica, porosa, espansa la nostra idea di teatro come luogo delle rappresentazioni e delle comunità. Abbiamo sempre più voglia di donne, abbiamo voglia di uscire dal centro città, e abbiamo voglia di spazi e tempi in cui sia possibile lavorare, creare e conversare insieme. Ecco le nostre lucciole. Alla nostra sopravvivenza! Giulia D'Oro e Flora Pitrolo
TEATRO BASTARDO
VII EDIZIONE
7-23 ottobre 2022
Palermo
direzione artistica | Giulia D'Oro e Flora Pitrolo
direzione organizzativa | Giovanna La Barbera
website e coordinamento redazione | Roberto Speziale
ufficio stampa | Sofia Li Pira
comunicazione | Francesco Burrescia
foto | Noemi La Pera
video | Giovanni Calì
progetto grafico | rospeinfrantumi
immagine per TB22 | Vito Stassi
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Come può crescere un festival, e come può contribuire a far crescere l’ecosistema di cui fa parte? Che ruolo ha lo spettacolo dal vivo in un momento storico in cui il concetto di “dal vivo” è cambiato, e con esso anche la stessa vita? Che responsabilità abbiamo? In che modi vogliamo stare insieme? Dove sono le forze di cui abbiamo bisogno? Se abbiamo perso qualcosa, dove non abbiamo ancora cercato? Di cosa dobbiamo parlare? Cosa ci serve per farlo?
Queste sono alcune delle domande che ci siamo poste nel costruire questa nuova edizione di Teatro Bastardo, e continueranno ad alimentare il nostro lavoro per il triennio ’22-’24. Sono domande che ereditiamo dalle edizioni passate – una storia costruita su principi cardine quali inclusione, attenzione ai margini, e la coltivazione di nuovi sguardi spettatoriali – ma che sentiamo di dovere in qualche modo radicalizzare. Perché ci appaiono più urgenti che mai. Perché siamo stati molto soli, siamo su un’isola, dobbiamo capire tutti come non isolarci.
In questo 2022 dedicato alla memoria di Pasolini, anche noi siamo tornate alla sua opera. Tra le altre cose, e come tanti altri, anche sul famoso “articolo delle lucciole” del febbraio ’75: perché è una traccia bellissima e straziante di Pasolini e del suo tempo, della sua poetica e della sua etica, e perché certamente parla anche del presente, e continua a generare nuovi pensieri e ipotesi. Infatti siamo anche tornate sul saggio di Georges Didi-Huberman, che scrisse a partire dall’articolo di Pasolini, apparso in Italia nel 2010, che si occupa profondamente, in modo complesso, del tema dell’intermittenza (ebbene sì), e della sopravvivenza malgré tout. «Ci sono tutte le ragioni per essere pessimisti – scrive Didi-Huberman –, ma proprio per questo è necessario aprire gli occhi nella notte, continuare a spostarsi, rimettersi in cerca delle lucciole». È un invito che prendiamo sul serio nella riformulazione di questa importante realtà che prendiamo in carico – e in fondo il “malgrado tutto” è una tonalità che sia Palermo che il teatro conoscono bene.
Ci siamo spostate allora, rimaniamo in movimento, vi invitiamo a venire con noi con gli occhi aperti nella notte. Abbiamo voglia di guardarci intorno, di indagare la soglia tra città e teatro, di rendere sempre più elastica, porosa, espansa la nostra idea di teatro come luogo delle rappresentazioni e delle comunità. Abbiamo sempre più voglia di donne, abbiamo voglia di uscire dal centro città, e abbiamo voglia di spazi e tempi in cui sia possibile lavorare, creare e conversare insieme. Ecco le nostre lucciole. Alla nostra sopravvivenza! Giulia D'Oro e Flora Pitrolo