seminari
Le difficoltà, le incertezze di questi tempi, ci rendono ancora più orgogliosi per essere riusciti a realizzare la quinta edizione di Teatro Bastardo, un festival che sentiamo come un dialogo rinvigorente e necessario con e per la città, e ancora una volta ringraziamo per il contributo il Comune di Palermo e il Teatro Biondo e per il loro sostegno il Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino e la Fondazione Sicilia.
Due sono le anime che hanno orientato la nostra ricerca: nel loro intersecarsi, sovrapporsi e sconfinare abbiamo trovato l’unità per continuare il nostro discorso.
VITA/MORTE | Il limen, confine o, se si vuole, la soglia fra essere e divenire, trasformazione e assenza: da Parole e Sassi di Letizia Quintavalla, a Maze del collettivo femminile Unterwasser, per giungere a Ballarini di Emma Dante.
ATTORE/PERSONAGGIO | Prendendo le mosse dal gioco teatrale fra interprete e maschera, verità e finzione: dal pirandelliano Sei. E dunque perché ti fai meraviglia di noi? di Roberto Latini, alla Biancaneve della storica compagnia del Teatro del Carretto, per passare da ProgettoDue di Pino Carbone, fino allo spiazzante Vieni su Marte dei VicoQuartoMazzini.
VIAGGIO | A tenere insieme queste due direttrici della ricerca, a fare da precario collante, è il tema del viaggio, il cui fascino senza tempo si riverbera nel grottesco dell’attualità, diventando polimorfa metafora di un altrove (luogo per eccellenza di tutti gli sconfinamenti, utopici e distopici) che l’uomo da sempre sogna senza mai riuscire a trovare.
Perché dunque Teatro Bastardo vuole ancora parlare di sconfinamenti? Perché crediamo fermamente che quello che dovrebbe sempre fare la cultura è riflettere sul periodo storico da cui essa stessa origina e offrirne una prospettiva critica. Interrogarsi sulla possibilità di abitare altri luoghi senza usurparli, o, al contrario, farsi abitare dall’altro, dallo straniero, senza per questo sentirsi invasi, colonizzati o minacciati, è il nostro obiettivo. Il festival è il luogo in cui prende vita e corpo una riflessione possibile, auspicabile, collettiva, che ricerca un ribaltamento di prospettiva su questi temi ampliando la riflessione sulle questioni della disobbedienza civile e dei diritti umani.
Vogliamo augurarci per il futuro che Festival Teatro Bastardo abbia ancora la possibilità di contribuire ad alimentare il dibattito della comunità che attorno a esso sta crescendo. Se non altro perché la continuità premia i processi di trasformazione e promuove il cambiamento di mentalità. Per passare dalle parole alla concretezza del fare cultura però è necessario che si possa investire di più nei progetti, scegliere coraggiosamente, sostenere quelle ricerche artistiche che hanno dimostrato potenzialità, qualità, volontà di sconfinare. Ognuno per la sua parte, ma bisogna farlo. Senza paura, senza tentennamenti, generosamente e facendo scelte radicali, se necessario. Giovanni Lo Monaco
TEATRO BASTARDO
V EDIZIONE: SCONFINAMENTI
5-12 ottobre 2019
Palermo
direzione artistica | Giovanni Lo Monaco
direzione organizzativa | Giovanna La Barbera
produzione | Agnese Gugliara
comunicazione | Giulia D’Oro
promozione | Chiara Bonanno
direttore tecnico | Gabriele Gugliara
progetto grafico | Venti caratteruzzi
website e coordinamento redazione | Roberto Speziale
fotografi | Francesca Lucisano, Aldo Palagonia, Francesco Baudo
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TEATRO BASTARDO
V EDIZIONE: SCONFINAMENTI
5-12 ottobre 2019
Palermo
direzione artistica | Giovanni Lo Monaco
direzione organizzativa | Giovanna La Barbera
produzione| Agnese Gugliara
comunicazione| Giulia D’Oro
promozione| Chiara Bonanno
direttore tecnico| Gabriele Gugliara
progetto grafico | Venti caratteruzzi
website / coordinamento redazione | Roberto Speziale
fotografi | Francesca Lucisano, Aldo Palagonia, Francesco Baudo
Le difficoltà, le incertezze di questi tempi, ci rendono ancora più orgogliosi per essere riusciti a realizzare la quinta edizione di Teatro Bastardo, un festival che sentiamo come un dialogo rinvigorente e necessario con e per la città, e ancora una volta ringraziamo per il contributo il Comune di Palermo e il Teatro Biondo e per il loro sostegno il Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino e la Fondazione Sicilia.
Due sono le anime che hanno orientato la nostra ricerca: nel loro intersecarsi, sovrapporsi e sconfinare abbiamo trovato l’unità per continuare il nostro discorso.
VITA/MORTE | Il limen, confine o, se si vuole, la soglia fra essere e divenire, trasformazione e assenza: da Parole e Sassi di Letizia Quintavalla, a Maze del collettivo femminile Unterwasser, per giungere a Ballarini di Emma Dante.
ATTORE/PERSONAGGIO | Prendendo le mosse dal gioco teatrale fra interprete e maschera, verità e finzione: dal pirandelliano Sei. E dunque perché ti fai meraviglia di noi? di Roberto Latini, alla Biancaneve della storica compagnia del Teatro del Carretto, per passare da ProgettoDue di Pino Carbone, fino allo spiazzante Vieni su Marte dei VicoQuartoMazzini.
VIAGGIO | A tenere insieme queste due direttrici della ricerca, a fare da precario collante,
è il tema del viaggio, il cui fascino senza tempo si riverbera nel grottesco dell’attualità, diventando polimorfa metafora di un altrove (luogo per eccellenza di tutti gli sconfinamenti, utopici e distopici) che l’uomo da sempre sogna senza mai riuscire a trovare.
Perché dunque Teatro Bastardo vuole ancora parlare di sconfinamenti? Perché crediamo fermamente che quello che dovrebbe sempre fare la cultura è riflettere sul periodo storico da cui essa stessa origina e offrirne una prospettiva critica. Interrogarsi sulla possibilità di abitare altri luoghi senza usurparli, o, al contrario, farsi abitare dall’altro, dallo straniero, senza per questo sentirsi invasi, colonizzati o minacciati, è il nostro obiettivo. Il festival è il luogo in cui prende vita e corpo una riflessione possibile, auspicabile, collettiva, che ricerca un ribaltamento di prospettiva su questi temi ampliando la riflessione sulle questioni della disobbedienza civile e dei diritti umani.
Vogliamo augurarci per il futuro che Festival Teatro Bastardo abbia ancora la possibilità di contribuire ad alimentare il dibattito della comunità che attorno a esso sta crescendo. Se non altro perché la continuità premia i processi di trasformazione e promuove il cambiamento di mentalità.
Per passare dalle parole alla concretezza del fare cultura però è necessario che si possa investire di più nei progetti, scegliere coraggiosamente, sostenere quelle ricerche artistiche che hanno dimostrato potenzialità, qualità, volontà di sconfinare.
Ognuno per la sua parte, ma bisogna farlo. Senza paura, senza tentennamenti, generosamente e facendo scelte radicali, se necessario. Giovanni Lo Monaco