TEATRO BASTARDO VII EDIZIONE
15 ottobre 2022 ore 17.30
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
CHE COS’È UN MONOLOGO?
conversazione aperta
con Rabii Brahim, Nicoletta Epifani, Sara Firrarello, Giovanni Lo Monaco, Anna Serlenga
Nella lingua di tutti i giorni il monologo ha spesso un’accezione negativa: è noioso, egocentrico, prolisso, condiscendente. Invece nella storia del teatro ci segnala un lavoro di virtuosismo: mantenere un certo tipo di attenzione, "performare" un certo tipo di funzione simbolica e narrativa nell’economia di un testo o di uno spettacolo. Naturalmente anche i provini si fanno con i monologhi. Nei monologhi, si dice, si dà “prova di sé”.
Un monologo è l’espressione di un’individualità, di una singolarità, ma è sempre così? Oppure a volte è un farsi carico della voce altrui o incorporarne, con una sola voce, molte? Potremmo interrogarci allora sul rapporto tra auto-narrazione o racconto auto-biografico, voce e monologo: quando si recita da soli – e magari si parla da soli e nessuno ci ascolta – è per forza la propria voce alla quale si dà corpo?
Il monologo, l’assolo, o il solo sono anche la forma più economica nella quale uno spettacolo possa essere prodotto. In che modo la circolazione dell’assolo nel momento neoliberista trasforma l’idea del teatro come pratica di lavoro collettivo?
La conversazione è informale, trasversale e aperta a spettatori, artisti, curiosi, pensatori, amici, passanti e chiunque abbia voglia di ragionare insieme.
TEATRO BASTARDO VII EDIZIONE
15 ottobre 2022 ore 17.30
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
CHE COS’È UN MONOLOGO?
conversazione aperta
con Rabii Brahim, Nicoletta Epifani, Sara Firrarello, Giovanni Lo Monaco, Anna Serlenga
Nella lingua di tutti i giorni il monologo ha spesso un’accezione negativa: è noioso, egocentrico, prolisso, condiscendente. Invece nella storia del teatro ci segnala un lavoro di virtuosismo: mantenere un certo tipo di attenzione, "performare" un certo tipo di funzione simbolica e narrativa nell’economia di un testo o di uno spettacolo. Naturalmente anche i provini si fanno con i monologhi. Nei monologhi, si dice, si dà “prova di sé”.
Un monologo è l’espressione di un’individualità, di una singolarità, ma è sempre così? Oppure a volte è un farsi carico della voce altrui o incorporarne, con una sola voce, molte? Potremmo interrogarci allora sul rapporto tra auto-narrazione o racconto auto-biografico, voce e monologo: quando si recita da soli – e magari si parla da soli e nessuno ci ascolta – è per forza la propria voce alla quale si dà corpo?
Il monologo, l’assolo, o il solo sono anche la forma più economica nella quale uno spettacolo possa essere prodotto. In che modo la circolazione dell’assolo nel momento neoliberista trasforma l’idea del teatro come pratica di lavoro collettivo?
La conversazione è informale, trasversale e aperta a spettatori, artisti, curiosi, pensatori, amici, passanti e chiunque abbia voglia di ragionare insieme.